Il pane nelle varie epoche storiche. Prima parte di tre, sui processi di panificazione dalla preistoria allâ??Impero Romano.
Il pane, o meglio il “concetto” di pane, è noto all’homo erectus, che ha imparato a macinare i cereali utilizzando le pietre, a impastarli con l’acqua e a cuocere quest’ultimo su una pietra liscia e calda. Gli archeologi hanno ritrovato chicchi di cereali in alcuni siti archeologici, dove vivevano gli uomini primitivi.
Si presume che il primo pane dell’uomo è stato una specie di focaccia non lievitata.
Per arrivare alla fermentazione bisogna attendere l’epoca egizia, intorno al 3500 a.C. L’impasto è lasciato all’aria aperta e cotto il giorno dopo, garantendo un pane molto più morbido di quello precedente, che assomiglia a una galletta speziata. Sempre per quanto riguarda la lievitazione, esiste una leggenda che narra: un giorno una serva sbagliò e versò la birra sull’impasto del pane, per paura di essere ripresa dal padrone continuò a impastare e a cuocere il pane. Il risultato fu un pane più soffice e più buono degli altri.
Col passare del tempo anche la cottura migliora, migliorano gli strumenti, passando da un sistema di cottura su pietra aperta a uno di pietra chiusa: nascono così i primi forni. Gli egizi hanno inventato un forno diviso in due parti; nella parte inferiore brucia la legna, mentre in quella superiore è riposto il pane che cuoce lentamente.
Dall’Egitto passiamo in Grecia, dove la produzione di pane assume livelli di tipo industriale. Anche nell’antica Grecia come in Egitto, si passa da un semplice tipo di pane piatto e duro a uno più morbido e gustoso, tanto che si arriva a produrne 72 tipi diversi di pane.
In Grecia la panificazione raggiunge livelli industriali, un lavoro che inizialmente è femminile a un tratto divenne maschile. In Grecia i fornai ellenici sono i primi a impastare e cuocere il pane di notte, in modo che la gente lo trovasse fresco e fragrante al mattino. Nel 240 a.C. Crisippo di Thiana scrisse “L'arte di fare il pane”, il primo trattato sulla panificazione.
In epoca romana, invece, il pane prende alto valore politico, capendo il suo alto valore nutrizionale, i romani ne fanno uno strumento di potere e di egemonia.
Inizialmente i Romani utilizzavano il farro sotto forma di focacce salate. Dopo aver conquistato la Grecia, i Romani scoprono il pane lievitato. A Roma si diffondono i primi forni aperti al pubblico e nel 100 d.C. il mestiere di fornaio, viene nazionalizzato. Da quel momento chi decide di diventare maestro panificatore, decide di farlo per tutta la vita; un fornaio, infatti, non può cambiare lavoro per tutta la vita. Sempre nell’Antica Roma, dal secondo secolo a.C. la legge stabilisce che sia garantito sempre il pane al popolo, da qui si evince l’alto potere politico del pane.
Appuntamento per la seconda parte sulla storia del pane. Se hai notizie o precisazioni sul mondo del pane commenta questo articolo.
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