Ultimo capitolo sulla storia del pane, dal Rinascimento ai giorni nostri.
Il Rinascimento segna un affinamento della panificazione, ma solo durante la seconda metà del secolo XVIII si fanno dei tentativi per la creazione di macchine per la produzione del pane.
L'impastatrice del fornaio parigino Salignac risale al 1760, quando contemporaneamente la regina Maria Antonietta propone di sfidare la fame con le brioches, ma i rivoluzionari successivamente preferiranno la ghigliottina.
Al 1810 risale la prima impastatrice pratica di Lembert, anche lui fornaio parigino.
Il progresso tecnologico della fine del secolo XVIII e inizio XIX porta benefici all'agricoltura: con la scoperta del glutine e con i primi studi sui concimi.
Intanto la tecnica di panificazione progredisce via via finchè, con l'introduzione di formatrici e spezzatrici, di forni elettrici e a radiazione, si è avuta anche in questo campo una rivoluzione di metodo.
Grande importanza nella storia del pane va attribuita all'introduzione delle polveri lievitanti (risalente al 1838), oggi vietate in Italia e dei lieviti moderni, dovuti alle scoperte di Pasteur sulla fermentazione alcolica.
Oggi il pane è un alimento presenta quotidianamente sulle nostre tavole e , nonostante le abitudini siano cambiate, è apprezzato da tutti, specialmente ora che la parola "crisi" aleggia nei nostri pensieri.
0 Commenti